I romani conquistarono la Magna Grecia, una conquista che portò ad una fase di equilibrio interrotta soltanto dalla guerra annibalica. Durante l’età imperiale romana, la Calabria, che Augusto aveva amministrativamente unita alla Lucania decadde socialmente ed economicamente mentre nasceva e si andava sempre più diffondendo il latifondo. I calabresi parteciparono attivamente alla vicende di Roma prendendo parte alle Guerre Puniche:
Locri ed altre città greche fornirono ai romani le navi per il passaggio dello Stretto; i bruzi cedettero metà della Sicilia, il che offriva una via militare più protetta e più sicura della litoranea; Vibo rimasta fedele al Campidoglio resistette all’assedio dei cartaginesi finché il console Tito Sempronio inviò una flotta in difesa dei luoghi marittimi esposti.
I Bruzi combatterono la “guerra italica” (90-87 a.C.) per il riconoscimento della cittadinanza romana ed infine parteciparono alla rivolta dei gladiatori (73-71 a.c.) che fu capitanata da Spartaco. I calabresi furono tra i primi, dopo i romani, a convertirsi al Cristianesimo quando Paolo ebbe modo di predicare a Reggio, ove rimase il discepolo Stefano, che convertì alla nuova fede gli abitanti della zona.